Mai come quest’anno, la rivalutazione dei beni immateriali e, in particolare del marchio, rappresenta uno strumento strategico per le imprese italiane. Infatti, l’imposta sostitutiva fissata nell’aliquota del 3% dell’importo della rivalutazione è estremamente ridotta se paragonata alla precedente aliquota del 10/12%, a seconda che i beni rivalutati fossero o meno ammortizzabili. Si aggiunga poi  l’immediata fruibilità del beneficio nell’anno in cui veniva effettuata la rivalutazione. Inoltre, la possibilità di rivalutare singoli beni (anziché categorie omogenee di beni) consente di rivalutare anche un solo marchio all’interno di un più ampio portafoglio di titoli, con la conseguenza che l’operazione di rivalutazione ha costo inferiore, pensando alla perizia necessaria per effettuare la rivalutazione.

Effetti positivi: la rivalutazione si ottiene una  patrimonializzazione dell’impresa con effetti positivi sia per la copertura perdite (che nell’anno del COVID sono state diffuse, purtroppo) sia il miglioramento dei rating bancari. Infine, per quanto attiene specificamente ai marchi d’impresa la rivalutazione può generare impatto fiscale positivo per possibilità di dedurre i maggiori ammortamenti nei successivi esercizi.