La Suprema Corte italiana ha confermato che un dipendente  che ha sviluppato un’invenzione, senza che ciò rientrasse nelle sue mansioni specifiche, ha diritto all’equo premio anche se poi i brevetto è stato ceduto dalla propria azienda a terzi. Infatti, l’azienda ha tratto comunque un profitto dall’invenzione.

Inoltre, la cassazione ha confermato che, se azienda e dipendente non hanno normato l’ipotesi di sviluppo di invenzioni nel contratto di lavoro, è il Giudice a stabilire se l’equo premio è dovuto o meno.

Infine, si è confermato che il termine di prescrizione dell’equo premio decorre dalla data di concessione del brevetto.